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Gli elementi nell’assistenza ostetrica al puerperio: l’Acqua

L’elemento Acqua-evoluzione

Altro elemento primario del puerperio è senza dubbio l’Acqua: più la donna è contenuta e più possono aver sede gli aspetti evolutivi, di crescita e apertura che questo elemento naturalmente rappresenta. L’espansione emozionale è così tanta che la madre riferisce di “non essere mai stata così felice” e l’euforia del post partum si mantiene nel tempo, anche se ciclica, sostenuta dagli ormoni dell’allattamento. 

L’Acqua che è espansione, è anche emozione, endorfine, sensi e relazione.

La sedazione mentale necessaria in puerperio, attivabile grazie alla presenza delle potenze ecologiche, consente l’utilizzo del cervello destro, con un’acutizzazione sensoriale particolarmente indirizzata all’accudimento del neonato.

L’aumento del sonno REM permette di elaborare le emozioni profonde scaturite con il parto e l’incontro con il bambino.

E infatti l’evoluzione è relazionale, poiché il lavoro maggiore del puerperio è costruire la relazione con il nuovo nato, ma anche il ritorno alla relazione di coppia, alla sessualità non più “in tre”.

Latte e ormoni

Il processo evolutivo nel fisico prevede macroscopicamente due fenomeni dopo il parto: la proliferazione della ghiandola mammaria legata all’elemento Terra-strutturale e lo sviluppo ormonale, correlato all’elemento Acqua, finalizzato a produzione, mantenimento ed eiezione del latte.

Dal punto di vista endocrinologico il puerperio è caratterizzato dalla fine dell’attività feto-placentare (involutivo) e dall’inizio di quella galattopoietica (evolutivo).

Mentre le ghiandole materne (surreni, tiroide, ipofisi) riprendono la funzionalità pregravidica entro circa una settimana, all’espulsione di feto e placenta seguono una fase di eliminazione degli ormoni – stimolati e sintetizzati da questi importanti produttori endocrini durante la gravidanza –, una fase di riposo e una di ripresa funzionale che può variare a seconda della donna e del poppante.

Gli ormoni sessuali raggiungono livelli basali e qui si mantengono per tutta la durata dell’allattamento,  inibiti comunque nella ricettività ovarica dalla prolattina.

I livelli di prolattina aumentati durante il periodo gravidico grazie all’inibizione estro-progestinica della dopamina, nel puerperio si stabilizzano intorno al 5° giorno, per poi modularsi durante le prime poppate.

La lattogenesi è quindi legata non solo all’azione della prolattina, ma anche a quella sinergica di ormone della crescita (ACTH), steroidi corticosurrenalici, ormoni tiroidei e insulina, così come il mantenimento della produzione, assicurato dal riflesso mammillo-ipofisario attivato dalla suzione.

Infine il riflesso di eiezione del latte è garantito dalla liberazione di ossitocina, provocata da stimoli relazionali, uditivi, visivi, tattili, olfattivi e, ovviamente, dalla suzione stessa.

Cosa fare?

Rituali e rebonding

Quando l’attenzione è indirizzata a queste situazioni, l’elemento da stimolare è l’acqua. Dal punto di vista emozionale-relazionale-ambientale, i rituali con l’acqua tipici del puerperio sono, per esempio, il battesimo, il bagnetto serale e l’uso di tisane favorenti l’allattamento. 

L’ostetrica può avvalersi anche di strumenti come le visualizzazioni e il rebonding, un mezzo di incredibile potenza e semplicità, indicato principalmente per la cura di traumi legati alla nascita, ma anche quando il primo incontro tra mamma e bambino (o tra mamma, papà e bambino) è stato ritardato, difficile o traumatico a livello conscio o inconscio, sul piano fisico o emotivo.

La tecnica prevede innanzitutto intimità e rispetto: l’ambiente deve essere caldo, buio, appena illuminato dalla luce delle candele.

Si può iniziare con un massaggio rilassante alla donna, poi si prosegue con l’immersione della donna in una vasca di acqua calda.

Eventualmente con la guida di una visualizzazione si ripercorre il passaggio del parto: la mamma accompagna il bambino dall’immersione in acqua, all’affiorare, infine al nascere all’aria e lo accoglie sul petto nudo, caldo e umido. La coppia o la triade rimane pelle a pelle, coperta e al caldo, il tempo necessario.

Al termine dell’esperienza, o qualche giorno dopo, si raccolgono dalla donna o dalla coppia reazioni ed esperienze.

Di Silvia Garelli