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Legamenti pelvici e piacere

L’utero è un organo impari e mediano nel corpo, che sappiamo essere stabilizzato da alcuni legamenti. Quello che non si era capito fino a pochi decenni fa è che il termine legamenti, per quanto riguarda l’utero, è improprio. Infatti la natura dei tessuti che tengono l’utero ancorato nelle quattro direttrici cardinali non è legamentosa bensì mista a muscolatura liscia e striata, i legamenti uterini non sono legamenti: sono muscoli che rispondono involontariamente sia agli stimoli ormonali che neurovegetativi e quindi anche agli stimoli ambientali. Tramite alcuni di questi legamenti, utero e vagina sono in continuità e rispondono al piacere come in una danza. Per poter funzionare in contrazione e rilascio ritmici, il cervello (sì proprio a livello centrale!) deve essere nella condizione di percepire fuori da sé una realtà affine, amica, quella cioè che permette di depositare paura e dubbio a favore degli ormoni del legame.

Conosciamo il legamento largo, che ricopre l’utero come un velo e che anteriormente prosegue nella fascia pelvica mentre posteriormente aderisce a livello sacrale. Il legamento largo è responsabile sia della mobilità dell’utero all’interno della pelvi (l’utero sano deve essere in grado di spostarsi da antiversoflesso, a retroverso, a verticale) sia del rapporto di allineamento tra il corpo uterino e la cervice. Per poter provare piacere un utero ha bisogno di essere libero di muoversi. Ma per quanto riguarda la connessione anatomofunzionale diretta tra utero e vulva, la responsabilità è del legamento rotondo. Questo è un non-legamento pari e simmetrico disposto anteriormente sul muscolo uterino: come due stringhe da scarpe i legamenti rotondi stabilizzano anteriormente l’utero (la loro controparte posteriore sono i legamenti utero-sacrali) ma sono anche in grado di trazionare il fondo dell’utero in giù verso gli istmi cervicali inducendo contrazione uterina espulsiva. Questi legamenti si approfondano all’interno degli spazi inguinali come muscolatura liscia e proseguono sviluppando una parte striata a livello del muscolo trasverso, da cui si sfiocchettano poi alle grandi labbra e sul monte di Venere. Con la stimolazione piacevole delle grandi labbra, del monte di Venere e clitoridea e con l’orgasmo, l’utero si muove, danza nella piccola pelvi in accordo con i movimenti attivi della donna e con i movimenti involontari. Le componenti muscolari lisce dei legamenti rotondi e dell’utero stesso rispondono agli ormoni sessuali e dell’eccitazione generando onde propriocettive che possono essere avvertite dalle donne a vari livelli: inguinale, basso addominale, vaginale oppure in un luogo fondo e imprecisato che corrisponde all’alloggiamento del corpo uterino nei fornici vaginali. All’interno delle grandi labbra sono presenti i bulbi della clitoride, con cui l’utero dialoga direttamente attraverso i legamenti rotondi. Il raccorciamento dei legamenti rotondi avviene con l’eccitazione sessuale ed è corresponsabile del raccorciamento delle grandi labbra a favore dell’allungamento delle piccole labbra e della stimolazione dei bulbi della clitoride che circondano la vagina. Il collegamento tra utero, clitoride e vulva è quindi diretto. Nella specie umana, lo sviluppo embrionale dei legamenti rotondi è molto maggiore nelle femmine rispetto ai maschi e questa particolarità femminile mammifera è funzionale alla riproduzione e alla sopravvivenza della specie. Da qui l’utero che può vibrare di eccitazione, fisicamente, con l’aumento di sangue alla clitoride e ai suoi bulbi. In alcune donne l’eccitazione mentale indotta da un acuto desiderio sessuale è fisicamente percepita come l’accensione di una linea risalente dal monte di Venere su verso il “basso ventre”, area corrispondente, in profondità, proprio al corpo uterino. In altre donne tale percezione risale fino all’ombelico (possibile origine dell’orgasmo di ombelico), in altre risale la linea mediana del corpo fino alla bocca (orgasmo stimolato dal bacio). Ovviamente il cervello è l’organo erogeno per definizione e desiderio, immaginazione e fantasia possono essere sufficienti per generare un orgasmo. Ma questa spiegazione può non bastare. Non trovando ragione anatomica chiara a queste narrazioni, si potrebbero scomodare i meridiani cinesi per ipotizzare una via metabolica coincidente con il meridiano ventrale mediano del corpo che scorre dal centro tendineo del perineo in senso ventrale coinvolgendo clitoride, cervice, utero, ombelico, cuore, gola, labbra, testa.

Il legamento cervicale (o cardinale) è anch’esso un non legamento di natura mista, legamentosa e muscolare liscia. Stabilizza la cervice lateralmente al centro della piccola pelvi e si diparte dal corpo della cervice per lo più ma una componente (fino al 60%) origina dalla vagina. Anche questo legamento può contrarsi e retrarsi, allungarsi e ammorbidirsi sulla base non solo della stimolazione meccanica ma anche ormonale e vagale. Laddove siano presenti tensioni meccaniche del legamento una stimolazione diretta della cervice può risultare fastidiosa o dolorosa, o evocare reazioni vagali (nausea). Una cervice molto sensibile al tocco è potenzialmente molto sensibile al piacere; l’apertura dello sfintere (OUE) cervicale è indotto in due modi: dalla contrazione ritmica del corpo uterino e dallo scarico di noradrenalina. La sensazione della cervice che si apre può essere molto nitida durante il rapporto sessuale e molto piacevole, tanto da indurre a pensare che il rilascio del legamento cardinale possa generare un’onda virtuosa di piacere che alimenta la risposta ossitocica. Dal punto di vista dell’innervazione, il nervo sensorio del pudendo ed il nervo clitorideo possono intercettare la cervice sommando le sensazioni e creando quella qualità di profondità del piacere che non ha spiegazione nell’innervazione (ridotta o assente) del fondo vaginale. La vagina infatti, nei suoi fornici, è poco o niente innervata ma le donne, in alcuni casi, si sono dimostrate in grado di distinguere una penetrazione profonda da una più superficiale: il legamento cardinale, in caso di rapporto penetrativo vaginale, può modificare lo stato di tensione con il massaggio ritmico interno e con la risposta ossitocica e vagale. Laddove lo stato del legamento cardinale sia di fisiologica tensione, il massaggio alla cervice può risultare molto piacevole e produrre neuromodulazione orgasmica. Parlando di neuromodulazione orgasmica si vuole intendere la sensazione pervasiva del sistema nervoso centrale propria dell’orgasmo, senza che sia necessariamente associata a nitida percezione dell’organo o del tessuto stimolato.

L’aspetto della propriocezione uterina merita di essere nominato: difficilmente, salvo in caso di dolore uterino o di pesantezza mestruale, le donne hanno percezione della presenza del proprio utero. Eppure nell’atto sessuale e nell’elaborazione del piacere può essere determinante. Di fatto l’orgasmo uterino è l’unica occasione quotidiana in cui le donne possono avere percezione nitida di “qualcosa oltre la vagina” che gode di piacere.

Anatomicamente, grazie ai legamenti uterini, l’onda contrattile che parte dai genitali esterni in risposta all’eccitazione e stimolazione sessuale arriva all’utero e ritorna alla vagina, a volte dando nitidamente la percezione di una spinta espulsiva ritmica. A volte può essere come se la stimolazione che risale anteriormente lungo i nervi sensori della clitoride arrivi all’utero per poi scaricarsi posteriormente con i movimenti peristaltici del ramo puborettale. Altre volte lo stiramento delle grandi labbra e del muscolo trasverso profondo innesca il raccorciamento ritmico del corpo uterino sul collo, all’interno dei rami pubici, dando la sensazione che “qualcosa” da sotto il pube voglia spingere in fuori. Sovente le contrazioni ritmiche dell’utero sono presenti in condizione di eccitamento, ancor prima dell’orgasmo, dove inducono la verticalizzazione del canale vaginale ed il suo stiramento: in caso di rapporto penetrativo vaginale questi movimenti possono risultare nel suono della vagina che fa “le pernacchie” e per questo il fenomeno è velato da omertà ed è diventato tabù: la vagina scoreggia? Se rispettati i tempi di eccitazione e lubrificazione femminile, tale segnale è indice di un utero e una vagina che si stanno divertendo moltissimo, nello specifico l’ossitocina sta inducendo contrazioni uterine profonde e la vagina sta mettendosi al passo. L’ossitocina è un ormone che agisce contemporaneamente sull’utero e sul cervello: quando questi due organi bersaglio del piacere sono in accordo, anche la vagina attiverà i recettori ossitocici. A volte autorizzarsi ed educare il/la partner a questa evenienza sonora aiuta molte donne a godersela senza interrompere l’eccitazione con sentimenti di sorpresa e vergogna. Anzi si può trasformare l’evento da imbarazzante ad eccitante trasponendolo: “quando la vagina canta con l’utero, tutto di me è eccitato”.

Nell’idea che la donna durante il rapporto sessuale percepisca la mano, il fallo, la lingua, il sex toy e che questi generino l’orgasmo provocando arousal è limitante poiché propone una genesi univoca del piacere. Il piacere ricevuto dal corpo esterno è invece amplificato dal piacere che proviene da dentro: evocato dai movimenti di cervice, utero, contrazione dei legamenti rotondi, le propriocezioni di queste strutture che vibrano, si muovono, si contraggono e si rilasciano, si sommano alla percezione delle aree attivamente stimolate e una donna sente effettivamente il proprio corpo che canta in accordo con l’atto sessuale.