Quando il sistema patriarcale è un bias “Stop fear-based midwifery care”

La lotta per i diritti umani nel parto trova nella sua maggiore controparte le istituzioni che rivendicano il “bene superiore” per il bambino. I professionisti spesso si identificano nelle istituzioni, il risultato è che sentono che se lasciassero condurre le donne, il risultato probabile sarebbe un neonato morto o ferito. 

C’è un sistema di credenze in cui le donne sono descritte come pericolose, irrazionali, così egoiste che preferirebbero danneggiare la propria prole piuttosto che rinunciare a una ricompensa personale, imprevedibili e incomprensibili. Questo sistema si chiama patriarcato. Ed è più vecchio di tutti noi.

Il patriarcato nei reparti di maternità è ancora un problema. È un bias nelle cure ostetriche. È l’ostacolo maggiore alla comunicazione tra le donne e gli operatori sanitari. È la ragione per cui gli studi sono progettati per non considerare le preferenze, i bisogni e i desideri delle donne nelle cure ostetriche. Molti operatori (la maggioranza) non sono nemmeno consapevoli del pregiudizio che vive nei loro cuori, perché il seme del patriarcato è stato piantato silenziosamente, come un implicito, durante la loro educazione e formazione ed è cresciuto con la paura negli anni di pratica. Sì. Molti professionisti del parto lavorano costantemente nella paura. Per questo hanno bisogno e spesso sviluppano il cameratismo nel luogo di lavoro, che non è una cosa negativa in sé, a meno che non si riveli (e spesso lo fa) una barricata dove tenere una linea difensiva contro “gli altri”: le donne imprevedibili. Quando questo accade si creano un “noi” e un “loro”, e questo è l’inizio di un allontanamento culturale, sociale, personale che porta più facilmente a risultati peggiori e insoddisfazione per entrambi, “noi” e “loro”.

Distruggete il patriarcato. Liberate i vostri cuori. Liberate le cure ostetriche. Vivremo meglio. Lavoreremo meglio. Forniremo cure migliori.