Firenze, 3 dicembre - “L’arte della mestrualità”

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Un’ostetrica e un’alleata

“La vergogna muore quando le storie vengono narrate in luoghi sicuri”.

Ann Voskamp

Le ostetriche sono il luogo sicuro delle donne. Le loro alleate da prima che si chiamassero ostetriche. Erano loro alleate le levatrici, le comari. Le ostetriche toccano l’intimo delle donne, in profondità, spesso senza usare le mani ma solo con la presenza. 

La presenza di un’ostetrica alleata, nella vita di una donna, anche se per un breve spazio di tempo, è come una porta aperta in una stanza, oltre la soglia c’è il mistero (vita, trasformazione, nascita, morte) ma c’è anche il tabù. 

Nella vita di una donna diventa tabù tutto ciò che non è mai stato detto perché sconveniente, perché spiacevole, perché stigmatizzato, perché nessuno voleva ascoltare o perché, come nel caso della violenza sessuale, della coercizione sessuale coniugale o della violenza ostetrica, questi fatti sono normalizzati dalla società. 

“Una volta – racconta Giuliana Musso nel suo bellissimo spettacolo Nati in casa – quello che una donna non poteva dire al prete lo diceva all’ostetrica”. 

L’International Confederation of Midwives sostiene che il legame che si crea tra ostetrica e donna durante il parto e nel continuum della maternità, più facilmente permette alle donne di sentirsi al sicuro nel rivelare se sono vittime di violenza di genere (Gender Based Violence 16 days of Activism – ICM).

Ecco che la professione ostetrica, ancor prima che essere una professione intellettuale e scientifica regolata all’interno dei sistemi sanitari della maggior parte dei Paesi, è una dichiarazione di alleanza tra donne. 

L’ostetrica sposa la lotta per una società egualitaria e, come rappresentata nel suo archetipo di levatrice, solleva i veli che nascondono i non detti. L’ostetrica solleva il velo per mostrare alle donne che non vi è nulla di cui vergognarsi, solleva il velo per indicare una strada percorribile di trasformazione, guarigione, integrazione dei vissuti e delle ferite. Ma l’ostetrica solleva il velo anche per portare fuori dal tabù e dall’oblio i retroscena della vita stessa delle donne, con le loro scelte spesso difficili, con i loro corpi inevitabilmente politici, con il loro bisogno, il nostro bisogno, di vivere alla luce del sole, libere dalla violenza.