In gravidanza molti sguardi - sia tra i professionisti che in generale - sono concentrati sul corpo materno e sul bambino che verrà. Si sente: “Quando sarai mamma…”, si risponde: “Un giorno incontrerò finalmente il mio bambino”. E così si tende a non mettere veramente del tutto a fuoco che il bambino è già presente, è già qualcuno che vive, comunica, fa esperienza ed esprime preferenze. Non è che la pancia sia una stanza che fluttua altrove. La società descrive l’attesa con tanto ardore da non incoraggiare a vivere a pieno il fatto che la persona che stiamo aspettando c’è già. E quando nasce, facilmente si trascura di tenere in primo piano l’immensa quantità di esperienza e conoscenze che porta con sé.
Per molti secoli i bambini sono stati considerati dei pre-adulti (quindi poco utili), più generalmente ignorati, mai davvero ammessi nella cerchia di interesse di chi si occupasse di qualcosa di importante.

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