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Sorprese del ciclo

Un corso sulle mestruazioni in quattro incontri.
Leggo il depliant e non so se sono più divertita o più perplessa.
Un corso??!! Che ci sarà mai da dire sulle mestruazioni?
Io e Fausta siamo reduci da un trasloco e da numerosi cambiamenti lavorativi.
Tutti difficili naturalmente.
E leggendo quel depliant arriva un momento di inaspettata vivacità.
Facciamolo, si.
Sai che risate ci faremo?
Sarà come tornare alle medie. Come minimo dopo la prima mezz’ora ci dividono per il troppo casino.
Cominciamo ad aspettarlo l’inizio di questo corso.
Con eccitazione crescente.
Ci rende felici l’idea di fare una cosa insieme. Una cosa insolita. Una cosa che sicuramente ci farà stare bene, finalmente.
Pur con quel punto interrogativo che resta come un neon intermittente sopra le nostre teste: che ci diranno mai sulle mestruazioni?
Abbiamo quarant’anni suonati. Ormai sappiamo come funziona.
E poi.
Ma chi saranno le altre donne che vengono a farsi spiegare le mestruazioni?
Non sarà che ci troviamo in un gruppo di giovani fanciulle che ci guardano con sufficienza?
“Hey tardone, vi siete confuse. Dovevate fare il corso sulla menopausa!”.

E finalmente il primo incontro arriva.

E segna un prima e un dopo.

Cosa c’era da dire sulle mestruazioni?

Tutto!

Che il ciclo è composto da quattro fasi.
Che in ogni fase abbiamo strumenti e risorse diverse.
Che il tempo delle donne è ciclico, appunto, spiraleggiante, e non lineare come quello degli uomini.

Rivelazione.

No, dico: RIVELAZIONE!!!

Ecco perché non riesco mai a essere costante.

Anni e anni e anni e altri anni passati a sforzarmi di rendere sempre allo stesso modo, di qualunque campo si tratti, sia il lavoro, il fitness, le performance di mamma o la vita sociale.
E poi a fustigarmi perché per un periodo riesco a fare tutto a modino e poi, non si sa perché, mi perdo, come se scivolassi, come se diventassi incapace.
E giù con l’outing: non sono realmente motivata, non sono realmente determinata, non riesco a rimanere concentrata sulle cose che contano, c’è in me uno psicovirus che demolisce i miei progetti e vuole il mio fallimento.
Com’è che in certi momenti riesco a dare tanto e poi ho queste inspiegabili cadute?

Ed era questo il motivo: le donne non possono rendere sempre allo stesso modo perché attraversano ben quattro fasi diverse nel corso di un ciclo mensile.
Avete capito bene?
Quattro, dico quattro momenti diversi.
Con caratteristiche, risorse, tempi differenti.
Quasi mi innervosisco.

Perché nessuno me lo aveva mai detto?

Com’è che insieme alla sacrosanta spiegazione del corretto posizionamento dell’assorbente mia madre non mi ha detto anche questo?
Beh…mia madre non lo sapeva di certo. E sicuramente neanche mia nonna.
E se vado indietro nella memoria non trovo traccia di donne che avrebbero potuto saperlo.

L’ostetrica che conduce il corso ci racconta di un tempo antichissimo.
Talmente lontano da dover scavare nelle emozioni e nei sogni, più che nei ricordi.

Un tempo in cui non esisteva la luce elettrica.
In cui il ciclo delle donne era regolato dalla luce della luna.
Le donne ovulavano a luna piena e mestruavano a novilunio. E nel periodo del sangue si allontanavano dalla comunità e si riunivano nelle Tende Rosse.

Ci racconta di un altro mondo, regolato dai passaggi del corpo delle donne e dalle fasi lunari.
Un mondo perduto.
Sono così pervasa da questo nuovo codice di interpretazione di me stessa e del mondo che non faccio che parlarne.

Con tutte le donne.

Con le amiche, certo, ma anche con tutte quelle con cui capita il discorso.
Anche donne mai viste prima.
Ne parlo così, a pioggia.
Non sono certa che questo fondamentale messaggio che ci permette di fare pace con noi stesse arrivi.
Ma non riesco proprio a tenermelo: donne, ci hanno ingannate fino qui, capito?!

Appena finito il mestruo siamo frizzanti, simpatiche, efficienti, funzionanti e ci sentiamo tanto graziose.

Ed ecco che il mondo ci ama. Tutto il mondo. Familiari, fidanzati, datori di lavoro, vicini di casa.

Poi arriva l’ovulazione, e siamo accoglienti e comprensive come un abbraccio.

E il mondo continua ad amarci.

E poi quel momento in cui tutto e tutti ci irritano.

O quanto meno è meglio che ci si tenga a dovuta distanza.

E attenzione: non è una malattia né il segno di una latente nevrosi.

Nossignore.

È proprio un bisogno fisiologico di senso.

E qui la nostra autostima comincia a vacillare.

Perché fra noi e il resto del mondo sembra essersi aperta una frattura.

Ma adesso che lo so, ora che ho il libretto di istruzioni, ho smesso di sentirmi inadeguata e mal funzionante.

In questo periodo qualcosa mi irrita ferocemente?

Il punto non è che io sono sbagliata.

Il punto è che quella cosa non va proprio bene per me, che non sopporto farla.

E se solitamente mi adeguo al fatto che devo comunque farla, in questa fase del ciclo la verità viene a galla. Come dice Anna Maria Rossetti siamo “spontanee come rutti”.

E poi arriva il sangue.

E al di là di malesseri fisici e dolori più o meno invadenti, il sangue ci porta a rallentare, a ritirarci.

Il dolore ci ferma.

Il sangue che cola ci mette in condizione di valutare (è il caso di affrontare un trekking estremo di tre giorni? Davvero riesco a partecipare all’afterhour e ballare fino all’alba?).

E anche questa per me è stata una scoperta.

O meglio, una sorpresa. Una splendida sorpresa.

Il sangue.

Quel sangue che molte donne tollerano come un male inevitabile.

Quello che da ragazzina temevo, perché poteva macchiarmi i vestiti, denunciare la sua presenza, coprirmi di vergogna.

Quel sangue che ci rinnova, che ci fa ricominciare tutto da capo ogni volta.

Quel sangue che in quel mondo lontano e perduto in cui le donne mestruavano insieme era considerato una manifestazione del divino.

Perché era incredibile che le donne sanguinassero senza morire.

Quel sangue che veniva offerto alla terra come segno di gratitudine.

E anche questo avrei voluto capirlo prima: che il sangue è un dono.

Molte altre cose vorrei dire, perché il sangue e il ciclo sono il baricentro intorno a cui si muove il nostro tempo, ciclico e spiraleggiante, appunto, e noi con lui.

Diventarne consapevoli, conoscerne le risorse, è come attraversare una porta, oltre la quale si estende una infinita e nutriente ricchezza.

L’ho scoperto tardi, lo so.
Ma non è mai troppo tardi per scoprire dei doni.

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(pubblicato su D&D n°94, ottobre 2016 e nel blog La Bottega della Luna www.labottegadellaluna.it/blog/sorprese-ciclo-mestruale)